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  OpuntiaFicus-indica  
(L.) Mill., 1768

Famiglia  Cactaceae
Genere  Opuntia
Origine  

Fig.1: I frutti

Questa è la specie più conosciuta e cresce spontanea in tutto il Mediterraneo: è il nostro fico d'India.

Era considearata pianta sacra dagli Atztechi e arrivò nel Vecchio Mondo probabilmente intorno al 1493, anno del ritorno a Lisbona della spedizione di Cristoforo Colombo. Ovviamente l'Indie del nome si riferisce alle Indie Occidentali, come venivano chiamate le Americhe.

È una pianta succulenta arborescente che può raggiungere i 4-5 metri di altezza.

Le sue pale carnose vengono usate come pasto per i bovini e i maiali e il frutto ricco di vitamina C è usato per preparare marmellate, sciroppi e bevande alcoliche soprattutto in Messico.


L'Opuntia ficus indica è una pianta succulenta arborescente, alta fino a 4-5 metri, originaria dal Messico. Oggi l'Opuntia ficus-indica è ben naturalizzata in tutte le zone temperate del continente americano, nei Caraibi, in Africa, Asia e Oceania, e nelle regioni calde del bacino del Mediterraneo, dove cresce su pendici aride e assolate. Il fico d'India trova un habitat particolarmente favorevole in Sardegna, Calabria, Puglia e Sicilia, dove è oggetto anche di coltivazioni, oltre che in Spagna e in Africa settentrionale, per lo sfruttamento dei suoi frutti commestibili, dalla polpa delicatamente dolce, ricca di minerali, soprattutto calcio e fosforo, e di vitamina C.

Il Fico d'India ha una struttura particolare, caratterizzata da ampie spate oblunghe ed appiattite, spesse e carnose, dette cladodi o pale, di colore verde, alle quali è attribuito impropriamente il nome di foglie. Le pale, invece, sono fusti metamorfosati che operano la fotosintesi clorofilliana caratterizzate da spine, dette glochidi, le quali rappresentano una difesa contro i predatori.

Le pale sono ricoperte da una cuticola cerosa, la quale ha il compito di limitare al massimo la traspirazione, caratteristica tipica di tutte le piante succulente, utile per resistere al calore e alla siccità nei climi caldi e aridi del loro habitat.

Le pale basali dopo qualche anno lignificano per rendere più robusta la struttura, assumendo l'aspetto di veri tronchi. Il frutto del Fico d'India è una bacca ovoidale di colore verde quando è acerbo passando al rosso-arancio in piena maturazione. Esso contiene numerosi semi reniformi, duri e legnosi, immersi in una polpa mucillaginosa dolce e aromatica, che costituisce la parte edibile.

I giovani cladodi sono conosciuti col nome di Nopal e utilizzati come alimento nella cucina messicana, dopo essere state arrostite su piastre roventi, una volta ripulite accuratamente dalle spine. La fitoterapia ha scoperto di recente l'importanza del Nopal nel trattamento del sovrappeso e dell'obesita, poiché la polpa disidratata che si ricava dalle pale ha un alto contenuto di Opuntiamannano, ricco di polisaccaridi.

L'Opuntiamannano è in grado di legare i grassi e gli zuccheri ingeriti, rendendoli così meno assimilabili dall'organismo, che li elimina senza poterli eliminare. Inoltre, l'Opuntiamannano, insieme alla pectina, conferisce un senso di sazietà e aiuta così a seguire un'alimentazione più controllata ed equilibrata; contribuisce inoltre a ridurre la quota di zuccheri nel sangue, evitando i picchi glicemici, e a mantenere livelli adeguati di colesterolo e trigliceridi.
Le fibre mucillaginose riducono l'eccessiva acidità gastrica, agendo come gastroprotettive, antiinfiammatorie e cicatrizzanti, favoriscono la peristalsi e facilitano un fisiologico funzionamento intestinale.

Fig.2: